mercoledì 19 marzo 2014

Io Papà

Ciao Ragazzi.Ciao Fede, ciao Lori.
Non so perchè vi scrivo questa lettera. Forse perchè sono un debole. Forse perchè sono più forte di quello che penso. Di sicuro perchè sono un sentimentale. Nel senso che credo che le emozioni non vadano represse, ma fatte esplodere, come loro vorrebbero fare.
I padri servono a  tante cose e non servono a niente.
Siamo come dei bambini che mettono una barca a vela in miniatura sullo specchio d'acqua di un lago e pretendono poi di poterla riprendere quando vogliono. Invece rimaniamo sulla riva. Seduti. Magari  affidando alle brezze o alle burrasche, parole di incoraggiamento e consigli. Che a volte arrivano a volte no, o a volte arrivano e vengono ignorati. Io come un bambino seduto su quella riva, vi vedo e vi vedrò navigare. Spero di avervi fatto una prora robusta, capace di resistere alle onde; delle vele maneggevoli e resistenti per virare rapidamente evitando gli ostacoli e per entrare in  porti lontani dove io non ho avuto il coraggio o la fortuna di andare; spero di avervi insegnato a rimanere ben saldi al timone, anche nelle tempeste. E spero infine di avervi fatto leggere quante più carte possibili, per poter scegliere autonomamente la vostra rotta.
Farò di tutto per essere per voi sempre un porto sicuro, dove poter tornare per riposarsi, per rileggere le pagine dei vostri libri, per rivedere le immagini del nostro passato. Solo per pochi giorni. Perchè le navi sono fatte per esplorare il mondo. Non per rimanere in porto.




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