venerdì 23 settembre 2011

Sella Ronda Trail Running

Se le gare fossero un pranzo, questa sarebbe stata un pranzo di gala. Uno di quei pranzi dove fai di tutto per andare ma dove poi, forse perchè troppo belli, con gente troppo chic, vai a finire che ti senti fuori posto. Il mio Sellaronda Trail è stato questo. Ma mentre al pranzo di gala magari nessuno fa nulla per farti sentire a tuo agio, io su quei 4 passi e tra quelle persone mi sono sentito a casa.
La cronaca: sveglia alle 5.30 e panoramica del terrazzo dell'albergo che ospita me e tutta la truppa. Colazione leggera – oggi non riesco proprio a mandar giù tutto il necessario- e solita vestizione per i trail delle grandi occasioni. Si alza mia moglie e ricevo le classiche raccomandazioni (per fortuna non si annovera il “non correre”) e parto trotterellando verso Canazei centro, 1 km circa dal mio caldo lettuccio. Arrivati alla partenza mi accorgo di aver dimenticato il gps. Via di nuovo a casa. Ritorno abbastanza trafelato 2 minuti prima dello start con già 4 km sulle gambe (vabbè...avrò fatto riscaldamento) ma almeno non mi accorgo dei “mostri” che sono pronti a scattare. Si apret con il Sella, con una salita ed un fondo non troppo impegnativo e con un paesaggio che toglie il fiato e ti fa sentire piccolo piccolo. Vado bene e non forzo: la strada è lunga. Al Rifugio Valentini c'è il ristoro ed anche una vecchina che mi fa: “bravo bravo!!!...ma sei solo all'inizio eh?!” Vecchina...mavaff....Neppure la discesa è difficile e riesco a non perdere troppe posizioni. La fascite non mi disturba, il ginocchio neppure. A Selva passo in largo anticipo il cancello orario. Da qui attacchiamo il Passo Gardena. Più bello da percorrere ed anche più duro del Sella, ma meno “emozionante” da punto di vista del paesaggio (si vabbè ..pagherei per correre tutti i giorni sul Gardena). La discesa è divertente ed impegnativa fino a Colfosco: da li ci sono i “miei”luoghi di vacanza, dove andavo da picoclo con i miei genitori. Li conosco e so cosa mi aspetta fino ad arrivare ad Arabba. O almeno lo credo...Attraverso Corvara e passo il cancello sempre abbondantemente dentro i tempi. Ristoro ottimo anche se vorrei qualche cosa in più di salato e meno dolcetti. Ma va bene lo stesso. Attacchiamo il Campolongo da Dantercepies. Lo conosco. Sarà dura. Anzi durissima. Anche perchè faremo il Campolongo passando in altura, su sentieri impervi e passando tra formazioni rocciose di una bellezza che le parole non possono descrivere. A metà salita c'è il ristoro .Lo vedo. Stiamo camminando. Una ragazza che è a fianco a me chiede della coca ad un volontario lungo il percorso. Io scherzando chiedo della birra. Vedo che prende un telefono. Al ristoro compaiono 2 lattine di coca e due birre medie belle schiumanti!!! Grazieeeeee!!! Bevo (poco però altrimenti chi ci arriva alla fine!) e riparto percorrendo uno dei tratti più belli del percorso. Ad Arabba arrivo stanco a circa 45 minuti dalla chiusura dei cancelli. Rimane il Pordoi. Ma non il Pordoi semplice: si attacca il Col Rodella, poi Porta Vescovo ed infine si ridiscende prima verso il Pordoi e poi giù in picchiata verso Canazei. In salita vado in crisi: l'attacco bene ma è interminabile. L'ultimo tratto prima del ristoro è durissimo per me. Cammino molto. Al ristoro io ad altri due compagni di salita scherziamo con i volontari. Non vogliamo più andar via: ci aspetta un altro strappo durissimo e poi un lungo falsopiano verso il Pordoi. Dura, dura, dura. Ma devo farcela. I mii figli saranno li ad aspettarmi e ho gambe e soprattutto testa per arrivare a Canazei, anche un solo minuto prima del termine. Trotterello in discesa. E arrivo al Pordoi. Scherzando minaccio il ritiro ai volontari che subito si disperano per me. Ma siamo matti?? Dopo tutta questa fatica!?!?! Mancano 6 km. I più duri per me. Mi fa male la schiena e mi superano diversi atleti. Rivedo luoghi che conosco: siamo vicini. Sprono un compagno che è più in crisi di me: “dai dai! Mancano 400 metri a Canazei! Ci siamo riusciti!!!” Entriamo in paese: lungo la strada che porta all'arrivo mi aspetta la family. Uno dei miei cuccioli mi viene in contro e facciamo insieme gli ultimi cento metri. Lorenzo non è riuscito a rimanere sveglio. Arriviamo io e Fede per mano. Un inchino (ai monti, ai volontari, alla mia famiglia che mi ha aspettato ma soprattutto a me: bravo Nico) e attraversiamo il traguardo. 9 ore e 40 minuti. 20 minuti prima della scopa, nelle ultime posizioni (circa 90simo), ma ci sono riuscito (e i ritirati sono stati quasi 70).
Che dire. La gara più bella della mia vita.
I ringraziamenti li faccio sempre. Stavolta però questa gara la dedico alla mia famiglia(Isa, Fede e Lori) e soprattutto Nicola: bravo Nico...sei stato veramente un grande!  

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