lunedì 26 settembre 2011

21 km di Senigallia (An) - La prima edizione della mezza nella mia città 25/09/2011


Lo dico subito: io questa gara non la volevo fare. I motivi erano tanti: non mi piace la mezza maratona; non avevo voglia di correre sul lungomare della mia città (bellissimo, ma ho un rigetto dopo migliaia di passi fatti avanti e indietro); sono in fase di recupero dopo il Sella Ronda; motivi strettamente personali. Tutto questo m'aveva fatto dire “Niet” in un primo momento. Ma poi il pensiero di correre con gli amici, sapere che i miei bimbi sarebbero stati ad applaudirmi e passare davanti alla mia casa e al mio negozio durante la gara m'hanno fatto cambiare idea.
Che dire...la cosa più bella ed emozionante sono stati i 200 metri corsi dal mio cucciolo Federico e i volti della mia famiglia e dei miei genitori incrociati alcune volte lungo il percorso. Per il resto bella l'atmosfera grazie ai tanti amici dei Never Stop Run che hanno partecipato alla gara. Lo start ci ha visto tutti davanti con palloncini Avis a fare il solito “pulveron'” che facciamo alle gare nelle quali non ci interessa il riscontro cronometrico (palloncini, fischietti, tante chiacchere durante il percorso con i podisti e con il pubblico). Partenza forse troppo forte per le mie condizioni e conseguente indurimento dei quadricipiti e dei lombari verso il 14simo km, quando mi sono fermato per una pausa-vespasiano. Poi trotterellato sino alla fine quando Federico mi ha accompagnato negli ultimi metri prima del traguardo. Tempo? Non lo so: m'importava talmente tanto che non avevo l'orologio. Alcune cose da migliorare per gli organizzatori (puntualità, rifornimenti, traffico nelle strade) ma alla fine mi sono anche divertito.
Grandissimi come sempre i Never Stop Run: oltre che aver “addentato” un prosciutto come terza squadra Uisp per numero di partecipanti, credo csiano stati la vera anima della manifestazione.

mezza maratona di Senigallia 25/09/2011


Magari in futuro scriverò qualcosa su questa prima "Mezza Maratona di Senigallia". Per ora vi giro quello di Roberto Balducci, Amico trovato grazie alla corsa, che ha saputo cogliere come spesso accade, le emozioni che io e altri della mia squadra proviamo durante la corsa.


l'infinita scoperta della corsa

di Roberto Balducci
che cos'è correre?
è la cosa più naturale che possa fare l'uomo dopo il camminare, ne è la normale evoluzione...
i primi uomini correvano per fuggire via dai pericoli o correvano per cacciare la carne per il loro sostentamento. si potrebbe dire che la corsa è vita? non so veramente cosa sia per altri. io mi limito a dire che è una cosa indispensabile: è una valvola di scarico per i miei momenti contrari, è l'eccitante naturale una volta superata l'ardua prova in questione, è un perfetto collante per cementare i rapporti con gli altri.
questa mattina c'è stata la prima edizione della mezza maratona nella mia città. la "mezza" fa 21km. a molte persone sembra un numero che fa paura, per alcuni è un altro modo per testare le proprie capacità, per molti altri è mezzo divertimento (e io sono in questo gruppo)...
così se mi chiedono di andare a correre una "mezza", generalmente ho l'amaro in bocca e glisso o rimango sul vago nel dare una risposta, e di conseguenza finisco per evitare.
questa mattina però ho avuto il piacere di assistere all'eterno spettacolo che questo sport concede sempre a chi lo sa apprezzare.
alla partenza c'è andrea cionna, un ragazzo di quarant'anni non vedente che corre la maratona in poco più di 2 ore e mezza (!!!).
ci sono ragazzi e ragazze che corrono saltuariamente, magari quando si sentono a disagio con le varie prove "bilancia" o "costume" ma che, incuriositi di cosa voglia dire correre il doppio se non il triplo del loro massimo, vogliono fare un tentativo.
ci sono i "cuccioli", i figli dei runner che si cimentano nell'emulazione (piccole corse non competitive) dei loro personali eroi, padri e madri che insegneranno sicuramente anche a loro l'amore per questo sport.
ed infine c'è lui, il popolo degli "aficionados". ne conosci una manciata eppure è come se li conoscessi tutti. 
c'è quello che lo fa per correre in eterna sfida contro se stesso.
c'è quello che corre per puro spirito agonistico, in lotta contro tutto e tutti.
ci sono quelli che lo fanno per godersi un piacevole passatempo.
ci sono quelli presenti per ridere e scherzare con gli amici.
c'è quello che torna indietro o si ferma per aspettare un amico in difficoltà.
c'è quello che usa la corsa come allentamento per corse future.
c'è quello che non vede l'ora di arrivare agli ultimi cento metri, prendere per mano o in braccio il suo piccolo, e attraversare insieme a lui (lei) il traguardo, in un perfetto simbolismo della vita.
ci sono gli abbracci, la stanchezza, la sete, il caldo o il freddo, la fatica, lo sfinimento, i sorrisi, le strette di mano, le recriminazioni, le rese, i ritiri, le vittorie e le sconfitte, ma soprattutto c'è la partecipazione.
che cosa semplice che è correre........... no???

venerdì 23 settembre 2011

Sella Ronda Trail Running

Se le gare fossero un pranzo, questa sarebbe stata un pranzo di gala. Uno di quei pranzi dove fai di tutto per andare ma dove poi, forse perchè troppo belli, con gente troppo chic, vai a finire che ti senti fuori posto. Il mio Sellaronda Trail è stato questo. Ma mentre al pranzo di gala magari nessuno fa nulla per farti sentire a tuo agio, io su quei 4 passi e tra quelle persone mi sono sentito a casa.
La cronaca: sveglia alle 5.30 e panoramica del terrazzo dell'albergo che ospita me e tutta la truppa. Colazione leggera – oggi non riesco proprio a mandar giù tutto il necessario- e solita vestizione per i trail delle grandi occasioni. Si alza mia moglie e ricevo le classiche raccomandazioni (per fortuna non si annovera il “non correre”) e parto trotterellando verso Canazei centro, 1 km circa dal mio caldo lettuccio. Arrivati alla partenza mi accorgo di aver dimenticato il gps. Via di nuovo a casa. Ritorno abbastanza trafelato 2 minuti prima dello start con già 4 km sulle gambe (vabbè...avrò fatto riscaldamento) ma almeno non mi accorgo dei “mostri” che sono pronti a scattare. Si apret con il Sella, con una salita ed un fondo non troppo impegnativo e con un paesaggio che toglie il fiato e ti fa sentire piccolo piccolo. Vado bene e non forzo: la strada è lunga. Al Rifugio Valentini c'è il ristoro ed anche una vecchina che mi fa: “bravo bravo!!!...ma sei solo all'inizio eh?!” Vecchina...mavaff....Neppure la discesa è difficile e riesco a non perdere troppe posizioni. La fascite non mi disturba, il ginocchio neppure. A Selva passo in largo anticipo il cancello orario. Da qui attacchiamo il Passo Gardena. Più bello da percorrere ed anche più duro del Sella, ma meno “emozionante” da punto di vista del paesaggio (si vabbè ..pagherei per correre tutti i giorni sul Gardena). La discesa è divertente ed impegnativa fino a Colfosco: da li ci sono i “miei”luoghi di vacanza, dove andavo da picoclo con i miei genitori. Li conosco e so cosa mi aspetta fino ad arrivare ad Arabba. O almeno lo credo...Attraverso Corvara e passo il cancello sempre abbondantemente dentro i tempi. Ristoro ottimo anche se vorrei qualche cosa in più di salato e meno dolcetti. Ma va bene lo stesso. Attacchiamo il Campolongo da Dantercepies. Lo conosco. Sarà dura. Anzi durissima. Anche perchè faremo il Campolongo passando in altura, su sentieri impervi e passando tra formazioni rocciose di una bellezza che le parole non possono descrivere. A metà salita c'è il ristoro .Lo vedo. Stiamo camminando. Una ragazza che è a fianco a me chiede della coca ad un volontario lungo il percorso. Io scherzando chiedo della birra. Vedo che prende un telefono. Al ristoro compaiono 2 lattine di coca e due birre medie belle schiumanti!!! Grazieeeeee!!! Bevo (poco però altrimenti chi ci arriva alla fine!) e riparto percorrendo uno dei tratti più belli del percorso. Ad Arabba arrivo stanco a circa 45 minuti dalla chiusura dei cancelli. Rimane il Pordoi. Ma non il Pordoi semplice: si attacca il Col Rodella, poi Porta Vescovo ed infine si ridiscende prima verso il Pordoi e poi giù in picchiata verso Canazei. In salita vado in crisi: l'attacco bene ma è interminabile. L'ultimo tratto prima del ristoro è durissimo per me. Cammino molto. Al ristoro io ad altri due compagni di salita scherziamo con i volontari. Non vogliamo più andar via: ci aspetta un altro strappo durissimo e poi un lungo falsopiano verso il Pordoi. Dura, dura, dura. Ma devo farcela. I mii figli saranno li ad aspettarmi e ho gambe e soprattutto testa per arrivare a Canazei, anche un solo minuto prima del termine. Trotterello in discesa. E arrivo al Pordoi. Scherzando minaccio il ritiro ai volontari che subito si disperano per me. Ma siamo matti?? Dopo tutta questa fatica!?!?! Mancano 6 km. I più duri per me. Mi fa male la schiena e mi superano diversi atleti. Rivedo luoghi che conosco: siamo vicini. Sprono un compagno che è più in crisi di me: “dai dai! Mancano 400 metri a Canazei! Ci siamo riusciti!!!” Entriamo in paese: lungo la strada che porta all'arrivo mi aspetta la family. Uno dei miei cuccioli mi viene in contro e facciamo insieme gli ultimi cento metri. Lorenzo non è riuscito a rimanere sveglio. Arriviamo io e Fede per mano. Un inchino (ai monti, ai volontari, alla mia famiglia che mi ha aspettato ma soprattutto a me: bravo Nico) e attraversiamo il traguardo. 9 ore e 40 minuti. 20 minuti prima della scopa, nelle ultime posizioni (circa 90simo), ma ci sono riuscito (e i ritirati sono stati quasi 70).
Che dire. La gara più bella della mia vita.
I ringraziamenti li faccio sempre. Stavolta però questa gara la dedico alla mia famiglia(Isa, Fede e Lori) e soprattutto Nicola: bravo Nico...sei stato veramente un grande!