mercoledì 5 gennaio 2011

la corsa e la vita

Ieri mi sono reso conto di una cosa che forse già sapevo: a me la corsa piace perchè è specchio della vita. Ti regala grandi soddisfazioni e ti mette sempre alla prova. Ed è bella, anche quando è dura.
E insegna sempre qualcosa. A me la corsa ha insegnato a tener duro anche quando vorresti mollare.
Da ottobre vago da un infortunio all'altro. Non riesco ad allenarmi come vorrei e vedo allontanarsi gli obbiettivi e i livelli (sempre non eccelsi) ai quali ero arrivato. Gli impegni quotidiani poi ci mettono del loro, e i tempi per allenarmi sono sempre meno. Ho pensato seriamente di smettere e di corricchiare ogni tanto.
Poi però ho deciso di tenere duro: corro tutti i giorni. Poco ma corro: 8, 9, 14 km. Sono convinto che il dolore alla testa passerà e che i mille impegni che mi rubano il tempo vadano scemando.
E poi nella vita e nello sport servono esempi positivi e amici veri, e sostegno. Io ho tutto questo e sono fortunato: mio padre e mia madre mi hanno insegnato che non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco, rispettivamente cambiando lavoro e laureandosi a quasi 50 anni. Gli amici non mollano mai – faccio solo l'esempio delle Never Manuela & Manuela, che con gli infortuni hanno raggiunto una la squadra nazionale e l'altra i mondiali di 70.3 di triathlon. E poi la mia famiglia mi da sempre lo stimolo e la carica per buttarmi in nuove “sfide”.
Allora ci provo: a fine aprile tento The abbot's Way, 125 km tra i boschi (spero di riuscire ad iscrivermi alla tappa unica), e poi la 100 km del Passatore.
Take it Easy, Run Hard!

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